Il velo di Maya

Arthur Schopenhauer, influenzato dal pensiero orientale e in particolare dall'induismo, ha elaborato la metafora del "Velo di Maya" per descrivere la condizione umana di fronte alla realtà. Secondo Schopenhauer, il "Velo di Maya" è ciò che oscura la vera natura del mondo, impedendoci di vedere oltre le apparenze. La realtà percepita è, infatti, una rappresentazione fenomenica e illusoria che cela la verità profonda: la volontà come essenza fondamentale dell'esistenza.

Il mondo che vediamo con i sensi è solo una costruzione della mente, fatta di forme, spazio e tempo, in cui gli esseri umani sono condannati a vivere tra apparenze e desideri, mossi dalla volontà di vivere. Tuttavia, questa volontà è una forza cieca, irrazionale e incessante, che non può mai essere pienamente soddisfatta. La sofferenza deriva proprio da questa eterna tensione tra desideri e la loro continua frustrazione. Sollevare il "Velo di Maya" significa riuscire a trascendere questa condizione di esistenza illusoria e accedere alla verità ultima, che però, per Schopenhauer, non è un'altra realtà ma la comprensione dell'essenza della vita come sofferenza e desiderio.

Interpretazione del concetto nel testo della canzone

Il testo della canzone "Il velo di Maya" richiama chiaramente il pensiero di Schopenhauer, declinando il concetto in versi che evocano l'illusione della realtà e la ricerca di una verità nascosta.

Nel testo, il "velo" è simbolo di ciò che ci oscura la vera essenza del mondo: "C'è un velo che oscura ciò che vediamo, tutto sembra chiaro, ma non sappiamo". Come nel pensiero di Schopenhauer, la realtà percepita appare chiara ma ingannevole, un sipario che nasconde ciò che si cela dietro le apparenze. La volontà, descritta come una forza che muove gli esseri umani, è raffigurata come qualcosa che ci controlla inconsapevolmente: "La volontà ci muove, come fili in tensione".

Il testo riflette anche l'inquietudine e il dubbio che derivano dalla consapevolezza dell'illusione. La domanda "Oh, ma cosa c’è oltre il visibile?" e l'immagine del fuoco nascosto dietro il velo suggeriscono la tensione verso la verità, una verità che rimane però inafferrabile e potenzialmente distruttiva: "La verità si brucia in un mondo non visto."

Infine, la canzone introduce una riflessione sulla possibilità che, anche qualora il velo cadesse, la verità possa rivelarsi altrettanto illusoria o imprigionante: "E se quel velo un giorno cadesse? Sarebbe libertà o un’altra prigione che ci tenesse?". Questo rispecchia il pessimismo di Schopenhauer, per il quale la conoscenza della realtà ultima non conduce necessariamente alla liberazione, ma a una forma di rassegnazione. L'accettazione del non sapere e il lasciar andare, suggeriti negli ultimi versi, evocano il tema centrale dell'abbandono della volontà, concetto chiave nel pensiero schopenhaueriano.

Così, il testo della canzone riflette non solo l'inquietudine verso la condizione umana di fronte all'illusione, ma anche la tensione irrisolvibile tra desiderio, sofferenza e ricerca di una verità che resta velata, come nella filosofia di Schopenhauer.

Il velo di Maya

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C'è un velo che oscura ciò che vediamo,
Tutto sembra chiaro, ma non sappiamo.
Dietro quel sipario, il mondo si nasconde,
La realtà si spezza, e nulla ci risponde.

Viviamo tra ombre, luci che si spengono,
Seguiamo le forme, ma i contorni sfuggono.
È tutto un riflesso, una danza infinita,
Dietro quel velo, la verità è svanita.

Oh, ma cosa c’è oltre il visibile?
Un sogno che si dissolve, incomprensibile.

Velo di Maya, oh, perché ci copri così?
Ci fai credere che tutto è ciò che si può dire e vedere qui.
Ma dietro, dietro, c’è un fuoco nascosto,
La verità si brucia in un mondo non visto.
La volontà ci muove, come fili in tensione,
Ci aggrappiamo alla vita, ma è solo illusione.
Ogni desiderio, ogni lotta che facciamo,
Non vediamo chi siamo, non vediamo dove andiamo.

Il mondo si ripete, sempre uguale, sempre stanco,
Ma sotto quel velo c’è un abisso, un campo.
Nella lotta per esistere, tutto si consuma,
E la vera essenza svanisce come fumo.

E se quel velo un giorno cadesse?
Sarebbe libertà o un’altra prigione che ci tenesse?

Velo di Maya, oh, perché ci copri così?
Ci fai credere che tutto è ciò che si può dire e vedere qui.
Ma dietro, dietro, c’è un fuoco nascosto,
La verità si brucia in un mondo non visto.

Ma cosa resta, quando il velo si squarcia?
Un mondo nuovo o solo un'altra maschera?
Forse la verità non è nel guardare,
Ma nell’accettare il non sapere e lasciare andare.

In quel momento, la volontà si arrende,
Il fuoco diventa cenere, il vento si distende.
E finalmente vediamo, non con gli occhi,
Ma con l'anima che si libera dagli inganni.

Velo di Maya, oh, perché ci copri così?
Ci fai credere che tutto è ciò che si può dire e vedere qui.
Ma dietro, dietro, c’è un fuoco nascosto,
La verità si brucia in un mondo non visto.

Velo di Maya, oh, perché ci copri così?
Ci fai credere che tutto è ciò che si può dire e vedere qui.
Ma dietro, dietro, c’è un fuoco nascosto,
La verità si brucia in un mondo non visto.

Velo che danza, che copre e poi sparisce,
Forse l'illusione è tutto ciò che si capisce.
E mentre lo seguiamo, con sguardo incantato,
Il mistero del mondo non ci ha mai lasciato.

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