Oltre l’umano

Questo lavoro è stato ispirato dalla lettura di How We Became Posthuman di N. Katherine Hayles.

Nel suo libro l'autrice esplora la progressiva trasformazione dell'essere umano in quella che definisce condizione postumana, caratterizzata dall'integrazione tra uomo e tecnologia, e soprattutto dalla centralità delle informazioni e della virtualità rispetto all'idea tradizionale di corpo e materia. Nel contesto del postumano, il corpo perde il suo ruolo fondamentale: ciò che conta non è più il substrato fisico, ma l'informazione come entità autonoma che può attraversare diversi medium senza perdere significato.

Hayles spiega come l'idea di informazione, separata dal suo supporto materiale, permetta la concezione di un futuro in cui la coscienza umana può essere scaricata su un computer o duplicata in un sistema non biologico. Questo passaggio verso il postumanesimo è alimentato dalle tecnologie dell'informazione e dalle scoperte in cibernetica, dove l'essere umano diventa parte di un sistema cibernetico più ampio, una fusione tra meccanismo biologico e macchina intelligente. La concezione di corpo e mente viene riformulata in un contesto di informazioni astratte, sfidando il dualismo classico tra materia e mente.

Interpretazione del concetto nel testo della canzone

La canzone "Oltre l'umano" riflette in modo profondo molti dei temi chiave descritti da Hayles. I versi si concentrano sulla progressiva dissoluzione del corpo umano in un mondo fatto di impulsi e bit, rispecchiando il concetto di virtualità e l'idea di separare la mente dal corpo materiale. Nel testo, l'individuo sembra essere assorbito da un "cosmo virtuale", dove il corpo fisico è ormai un ricordo lontano, sostituito da occhi di pixel e da circuiti elettronici che scorrono nelle vene.

Questa immagine rappresenta l'ideale del postumano: l'abbandono del corpo come supporto necessario per l'esperienza cosciente, e il passaggio verso un'esistenza dove l'identità e la coscienza sono interamente mediate da sistemi informatici e virtuali. La domanda che emerge ripetutamente nel testo – "dove va il cuore?" – evidenzia la perdita di contatto con le emozioni e la dimensione umana, che viene sostituita da un mondo digitale freddo e senza confini, proprio come Hayles descrive nel suo discorso sulla virtualità e l'immaterialità.

Inoltre, la frase "siamo schemi senza più confini" riflette la visione postumana in cui l'informazione e i circuiti diventano più importanti della materialità del corpo. La mente, ormai fusa con la rete, si muove senza limiti in un flusso di dati. La canzone pone infine una riflessione critica sulla perdita della vita reale, della dimensione umana ed emotiva, mentre si abbraccia questa nuova forma di esistenza digitale, richiamando le preoccupazioni di Hayles su cosa significhi essere umani in un futuro dove corpo e informazione sono ormai disgiunti.

Oltre l'umano

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Cammino nel vuoto, tra fili di rame,
Il corpo svanisce, la mente è leggera.
Non c’è più calore, né forma né fame,
Solo impulsi e bit nella rete sincera.

Occhi di pixel che cercano il vero,
In questo mondo di luci e di specchi.
La carne è un ricordo, un segreto severo,
Siamo ombre di ferro, lontane dai vecchi.

Sento il futuro che corre lontano,
In questo flusso mi perdo, pian piano.
La carne è svanita, la mente galleggia,
Ma dentro il silenzio, chi ci protegge?

Sono oltre l'umano, ai confini del domani,
Circuiti e impulsi mi scorrono nelle vene.
Navigo in schermi, perso in mondi lontani,
In un cosmo virtuale, dove il tempo non ha catene

Le mani distanti non sentono il peso,
Ogni tocco è un’eco che perde calore.
Il futuro si svela, perfetto, sospeso,
Ma in questo silenzio, dove va il cuore?

Abbiamo scelto un destino di bytes,
Dimenticando il sapore del vento.
Ora viviamo tra schermi e delights,
Ma l’anima, in fondo, si perde nel tempo.

Abbiamo lasciato il mondo reale,
Per un universo che sembra immortale.
Ma tra questi cavi e luci perfette,
Quale traccia di noi è rimasta in queste reti?

Sono oltre l'umano, ai confini del domani,
Circuiti e impulsi mi scorrono nelle vene.
Navigo in schermi, perso in mondi lontani,
In un cosmo virtuale, dove il tempo non ha catene

Abbiamo fuso la mente alla rete,
Siamo senza confini, senza più sete.
Ma tra le luci, ci chiediamo chi siamo,
Se il prezzo è l’assenza di ciò che amiamo.

Sono oltre l'umano, ai confini del domani,
Circuiti e impulsi mi scorrono nelle vene.
Navigo in schermi, perso in mondi lontani,
In un cosmo virtuale, dove il tempo non ha catene

Sono oltre l'umano, ai confini del domani,
Circuiti e impulsi mi scorrono nelle vene.
Navigo in schermi, perso in mondi lontani,
In un cosmo virtuale, dove il tempo non ha catene

Siamo schemi senza più confini,
La carne è svanita, l’eterno ci tiene.
Ma tra il freddo dei cavi e il futuro che avanza,
Abbiamo perso la vita, in questa danza.

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